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Le dinamiche della natura vengono meditate e in parte riprodotte: il valore del tempo si diffonde all’interno dell’architettura, fra tempo della creazione artistica che viene assemblato nel percorso ideale narrato dal progetto, e tempo come processo di variazione e trasformazione nella materia. Tempo che si sedimenta ed arricchisce la percezione. Tempo che racconta interpretazioni: l’unione dei materiali e delle tecniche - talvolta di antica tradizione, come il fuoco che interviene a bruciare parzialmente i materiali lignei, in una combustione controllata - procede verso una relazione complessa dell’architettura col territorio, con la natura. La rampa e l’itinerario che interseca i volumi dell’architettura si fondano su una pavimentazione ad impasto di terre e pozzolana steso su un sottofondo di giunchi intrecciati e parzialmente bruciati; porzioni di pareti si compongono nell’apporto combinato di pozzolana, calce, giunchi, fuoco; il colore della terra, che si distende nell’edificio e subisce variazioni nel tempo, regola il “percorso” del tempo che si incastona nell’architettura - un altro genere di percorso -. Semplicità degli elementi, nel richiamo ad una dinamica delle forme e dei volumi, attraverso gli itinerari fisici ed ideali che si armonizzano nell’atelier: dinamica crescente nella possibilità di un’espansione ipogea dell’atelier, dinamica nell’inglobare il volume di un capannone in disuso, rendendolo luogo di esposizione e di attività, ponendo in rilievo la luce proveniente dallo shed in copertura. Spazi che generano i luoghi dell’interazione, verso un polo che rappresenta la molteplicità dell’arte contemporanea: nel vuoto centrale si assommano opere e visuali, osservando dall’alto lungo il percorso sopraelevato del muro-recinto, interagendo alla quota del terreno, in una relazione di vicinanza e profondità con le opere scultoree.
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