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Egli scrive: «Strabone (= storico e geografo greco, vissuto nel I secolo a.C.) - libro VI - ricorda il borgo di Cirella, non lontano dal fiume Lao, nel contado del quale si producono due qualità di vino, l'uno e l'altro famoso col suo proprio nome, chiaro e rosso. Il primo, detto vino di Cirella, ha preso opportunatamente il nome di Chiaretto per il suo splendore e per il suo corpo e perché, quanto a chiarezza, potrebbe gareggiare con l'oro. [...] Tra gli altri vini ha questa prerogativa, che si conserva per due o tre anni e merita di essere detto il modello unico d'ogni vino più eletto; perciò è considerato famigliare anche nelle mense comuni e presso gli osti, è gradevolissimo al palato e allo stomaco, scende rapidamente nelle prime vene e fino ai reni, è molto nutriente, genera sangue buono e sottile, conduce alle loro vie naturali i residui degli umori, provoca il sudore e l'urina e scaccia la renella. Non prende alla testa, bensì vivifica tutti quanti i sensi e meravigliosamente spinge a profonde speculazioni l'ingegno dei vecchi e anche di coloro che hanno la mente intorpidita. Rallegra il cuore e l'animo; in ragione di questo encomio di lode comune si deve inoltre sapere che dai popoli vicini vengono portati a Cirella non pochi vini dalle parti di San Marco, di Scalea, di Castelnuovo, di Bonifazio e da altre località, i quali usurpano il nome del Chiaretto, mentre rarissimamente rispondono a tutte le sue caratteristiche e non sono riconosciuti se non dai mercanti pratici di quei luoghi».
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Diese Weine werden später auch von dem Arzt und Naturforscher Andrea Bacci in seinem Werk "De naturali vinorum historia" erwähnt, das reich an Hinweisen und Ratschlägen ist. Er schreibt: «Strabo (= griechischer Historiker und Geograph im 1. Jh. v. Chr.) - Buch VI - erinnert an das Dorf Cirella, das nicht weit vom Fluss Lao entfernt liegt, in dessen Umland man zwei Weinsorten herstellt, die eine wie die andere berühmt unter dem eigenen Namen, hell und rot. Die erste Sorte, die Wein von Cirella genannt wird, hat angemessen den Namen Chiaretto angenommen, aufgrund seines Glanzes und seines Körpers, und da er, was die Klarheit anbelangt, mit Gold konkurrieren könnte. [...] Unter den anderen Weinen hat er den Vorzug, dass er sich zwei oder drei Jahre hält, und er verdient es, das einzigartige Beispiel eines jedes erleseneren Weines genannt zu werden; er wird daher auch an gemeinen Tafeln und bei den Gastwirten als geläufig betrachtet, ist überaus angenehm für Gaumen und Magen, rutscht schnell in die ersten Venen und bis in die Nieren, er ist sehr nahrhaft, erzeugt gutes und dünnes Blut, führt die Reste der Körpersäfte in ihre natürlichen Bahnen, ist schweiß- und urintreibend, und vertreibt Nierengrieß. Er steigt nicht zu Kopf, sondern belebt vielmehr alle Sinne und treibt den Geist der Alten und auch jener, deren Geist schläfrig ist, wunderbarerweise an zu tiefgehenden Spekulationen. Er erheitert Herz und Seele; in Bezug auf diese allgemeine Lobrede muss man außerdem wissen, dass von den nahen Bevölkerungen nicht wenige Weine von San Marco, Scalea, Castelnuovo, Bonifazio und anderen Orten nach Cirella gebracht werden, die sich den Namen des Chiaretto widerrechtlich aneignen, jedoch seltenst all seinen Eigenschaften entsprechen und außer von den an jenen Orten tätigen Händlern nicht anerkannt sind».
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