 A primera vista, vemos en esta imagen panorámica el paisaje montañoso del Llano de Chajnantor, en Chile, con manchas de hielo y nieve repartidas por el desértico terreno. Los picos principales, de derecha a izquierda, son Cerro Chajnantor, Cerro Toco, Juriques, y el característico volcán cónico Licancabur (ver potw1240) — ¡sin duda sorprendente! Sin embargo, las verdaderas protagonistas de esta imagen son las diminutas y difícilmente visibles estructuras del centro de la imagen — solo perceptibles si se acercan lo suficiente. Estas estructuras, empequeñecidas por sus vecinos montañosos, son las antenas que forman el conjunto ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), un enorme radio telescopio. Aunque parezca pequeño en esta imagen panorámica, el conjunto está formado por una colección de antenas de 12 y 7 metros de diámetro, y, una vez completado, contará con un total de 66, repartidas en distancias de más de 16 kilómetros a lo largo del llano. Se espera que los trabajos de construcción de ALMA terminen en 2013, pero el telescopio ya ha empezado su fase inicial de observaciones de Ciencia Temprana con increíbles resultados (ver por ejemplo eso1239). Desde que se tomó esta fotografía, muchas más antenas se han sumado a este conjunto en el llano. El Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), una instalación astronómica internacional, es una colaboración entre Europa, América del Norte y Asia Oriental en cooperación con la República de Chile. La construcción y operaciones de ALMA en Europa están lideradas por ESO; en América del Norte por el National Radio Astronomy Observatory (NRAO); y en Asia Oriental por el Observatorio Astronómico Nacional de Japón (NAOJ). El Observatorio Conjunto ALMA (Joint ALMA Observatory, JAO) proporciona al proyecto la unificación tanto del liderazgo como de la gestión de la construcción, puesta a punto y operación de ALMA. Enlaces Per secoli filosofi e scienziati si sono interrogati sulla possibilità dell'esistenza di pianeti abitabili al di fuori del Sistema Solare. Oggi quest'idea è più che una semplice speculazione: negli ultimi due decenni varie centinaia di pianeti extrasolari sono stati scopertida astronomi in tutto il mondo. Varie tecniche differenti sono usate in questa ricerca di nuovi mondi. In questa inusuale fotografia sono stati catturati nella stessa immagine due telescopi che impiegano due di queste tecniche di osservazione, il telescopio di 3.6 metri di diametro di ESO, con lo spettrografo HARPS, e il telescopio spaziale CoRoT. La fotografia è stata ripresa da Alexandre Santerne, un astronomo che studia lui stesso i pianeti extrasolari. Lo spettrografo High Accuracy Radial velocity Planetary Search (HARPS), il più avanzato cacciatore di pianeti, è uno strumento sul telescopio di ESO di 3.6 metri di diametro. La cupola aperta di questo telescopio può essere vista sulla sinistra di quest'immagine, dietro la cupola angolare del New Technology Telescope. HARPS scopre i pianeti extrasolari misurando piccoli cambiamenti nel moto di una stella che oscilla leggermente sotto l'influenza della forza gravitazionale del pianeta che orbita attorno ad essa. Questa tecnica è conosciuta come la tecnica di velocità radiale per trovare i pianeti extrasolari. La debole scia di luce alta nel cielo in quest'esposizione di 20 secondi non è un meteorite, ma CoRoT, il telescopio spaziale Convection Rotation and planetary Transits. CoRoT cerca pianeti extrasolari scrutando la riduzione della luce di una stella che si verifica quando un pianeta passa davanti ad essa - il metodo del transito. La posizione del telescopio nello spazio sopra l'atmosfera terrestre migliora la precisione delle osservazioni eliminando il tremolio delle stelle. Potenziali pianeti trovati con il metodo del transito vengono confermati usando tecniche complementari come il metodo delle velocità radiali. Durante la notte stessa nella quale questa fotografia è stata ripresa, HARPS era effettivamente impiegato a seguire candidati di pianeti extrasolari scoperti da CoRoT! Sfortunatamente, nel novembre 2012 CoRoT è stato soggetto a un problema informatico, il che significa che - malgrado sia ancora in funzione
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