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Nel 1888 il nuovo proprietario del giornale, Ignacio Escobar, vendette il palazzo al Governo italiano, che lo acquistò per farne la sede dell'Ambasciata. L'ambasciatore che effettuò l'acquisto per conto dello Stato italiano, il conte Giuseppe Tornielli-Brusati, ed il suo successore, il barone Renzis di Montano, si incaricarono di ristrutturare l'interno dell'edificio e di restaurarne ed abbellirne, anche con pitture, le facciate esterne, abolendo le due torrette angolari, pericolanti, che avevano fino ad allora adornato i due spioventi del tetto sulla facciata principale. Occupato dai battaglioni italiani delle Brigate Internazionali durante la Guerra Civile spagnola, l'edificio ebbe a soffrire alcuni danni, soprattutto in relazione ai furiosi combattimenti della fine della guerra intorno al Palazzo Reale. Il conseguente trasferimento dell'Ambasciata in una zona più tranquilla offrì così, nel 1939, una splendida sede per l'appena creato Istituto di Cultura, il quale ha costituito da allora una vivace isola culturale italiana in uno dei più belli e dei più antichi palazzi di Madrid.
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