|
Mas durante dois séculos foi próspera e poderosa, com marca própria, populoso – parece – de 80.000 pessoas, em uma colina de pedra calcária rodeada por dois rios, o Modione (o Selinus antiga) e Algodão, em cujas margens cresciam, luxuriante, salsa selvagem (ele Selinus, somente: aparecem em Selinunte), em uma terra fértil – De acordo com uma legenda, Empédocles dalCgrande recuperada, chamado para a ocasião – que para baixo inclinada em direção ao mar da África, quer dizer que a do osservava Quale, preocupado, o terrível Carthage.
|
|
He was born rich, Selinunte, founded in the mid-seventh century. C. by colonists from Megara Hyblaea, near Syracuse, spintisi in the heart of the domains Carthaginians Island. The most westerly of the Greek colonies in Sicily was in the belly of the beast, between the Elymians of Segesta and the Phoenician-Punic Mozia. But for two centuries was prosperous and powerful, with its own brand, populous – seems – of 80.000 people, on a limestone hill surrounded by two rivers, the Modione (the ancient Selinus) and the Cottone, on the banks of which grew, luxuriant, wild parsley (it Selinus, note: onde Selinunte), in a fertile land – According to a legend, tempered by the great Empedocles, called for the occasion – that sloped down toward the sea of Africa, beyond which the observed, worried, the terrible Carthage. Pure, relations between the two cities remained largely peaceful coexistence, based in particular on trade. Apart from the frequent border disputes with Segesta, rather, in Selinunte were stabilizing, along with the original core pro-Greek, uses, morals, mode typically Punic. And maybe that's why his artistic development is more complex and original than that of other Greek colonies in Sicily, as can be seen in the extraordinary metopes that decorated the fronts of the temples, of which remain sixteen specimens that are the most proud of the Regional Archaeological Museum in Palermo; or, also, the so-called Ephebe of Selinunte (recently moved to the Museum of Castelvetrano), bronze which has, setting next to all Greek, clear characteristics indigenous. Quickly the city extended its domains, founding Eraclea Minoa (570 a. C. about) and seizing a vast territory inside, corny, to the mouth of Platani. The sources speak of a progressive pro-Carthaginian attitude of the ruling class, reached the point of giving hospitality to Gisco, son of the Punic general Hamilcar, fallen in the great battle of Himera (480 a. C), he had seen the Carthaginiansadefeated by Greek forces, and in which it was declared a Selinunte neutral. Until, exploded the conflict between Athens and Syracuse – set directly on the request for help from Athens by Segesta, at yet another territorial dispute with Selinunte -, defeat of the Athenian expedition of Nicias, Segesta, feeling now at the mercy of Selinunte, called for help from Carthage. The siege lasted nine days, at the end of which (we are in 409 a.C.), Selinunte was destroyed after a desperate resistance. After, the Syracuse Her
|
|
Nacque ricca, Selinunte, fondata alla metà del VII secolo a. C. da coloni di Megara Hyblaea, vicino Siracusa, spintisi nel cuore dei domini cartaginesi nell’Isola. La più occidentale delle colonie greche di Sicilia era nella tana del lupo, fra gli Elimi di Segesta e i Fenicio-Punici di Mozia. Ma per due secoli fu florida e potente, con una propria zecca, popolosa – sembra – di 80.000 abitanti, su una collinetta calcarea circondata da due fiumi, il Modione (l’antico Sélinus) e il Cottone, sulle cui rive cresceva, rigoglioso, il prezzemolo selvatico (il sélinus, appunto: onde Selinunte), in un terreno fertilissimo – secondo una leggenda, bonificato dalΓgrande Empedocle, chiamato per l’occasione – che digradava verso il mar d’Africa, al di là del quale la osservava, preoccupata, la terribile Cartagine. Pure, i rapporti fra le due città furono per molto tempo di convivenza pacifica, fondati soprattutto su scambi commerciali. A parte le frequenti liti di confine con Segesta, anzi, a Selinunte si andavano stabilizzando, accanto all’originaria anima filo-greca, usi, costumi, mode tipicamente punici. E forse anche per questo il suo sviluppo artistico risulta più articolato e originale rispetto a quello di altre colonie greche della Sicilia orientale, come si può ammirare nelle straordinarie metope che ornavano le fronti dei templi, delle quali rimangono sedici esemplari che costituiscono il maggior vanto del Museo archeologico regionale di Palermo; ovvero, anche, nel cosiddetto Efebo di Selinunte (da poco trasferito al Museo civico di Castelvetrano), bronzo che presenta, accanto ad un’impostazione tutta greca, chiare caratteristiche indigene. Rapidamente la città estese i propri domini, fondando Eraclea Minoa (570 a. C. περίπου) e impadronendosi di un vasto territorio interno, ricco di grano, sino alle foci del Platani. Le fonti ci parlano di un progressivo atteggiamento filo-cartaginese della classe dirigente, giunto al punto da dare ospitalità a Giscone, figlio del generale punico Amilcare, caduto nella grande battaglia di Imera (480 a. C), che aveva visto i Cartaginesi sconfitti dalle forze greche, e nella quale Selinunte si era dichiarata neutrale. Finché, esploso il conflitto tra Atene e Siracusa – sorto proprio sulla richiesta di aiuto ad Atene da parte di Segesta, in occasione di un’ennesima controversia territoriale con Selinunte -, sconfitta la spedizione ateniese di Nicia, Segesta, sentendosi ormai alla mercè di Selinunte, chiamò in aiuto Cartagine. Dur
|
|
Nacque ricca, Selinunte, fondata alla metà del VII secolo a. C. da coloni di Megara Hyblaea, vicino Siracusa, spintisi nel cuore dei domini cartaginesi nell’Isola. La più occidentale delle colonie greche di Sicilia era nella tana del lupo, fra gli Elimi di Segesta e i Fenicio-Punici di Mozia. Ma per due secoli fu florida e potente, con una propria zecca, popolosa – sembra – di 80.000 abitanti, su una collinetta calcarea circondata da due fiumi, il Modione (l’antico Sélinus) e il Cottone, sulle cui rive cresceva, rigoglioso, il prezzemolo selvatico (il sélinus, appunto: onde Selinunte), in un terreno fertilissimo – secondo una leggenda, bonificato dalC言語grande Empedocle, chiamato per l’occasione – che digradava verso il mar d’Africa, al di là del quale la osservava, preoccupata, la terribile Cartagine. Pure, i rapporti fra le due città furono per molto tempo di convivenza pacifica, fondati soprattutto su scambi commerciali. A parte le frequenti liti di confine con Segesta, anzi, a Selinunte si andavano stabilizzando, accanto all’originaria anima filo-greca, usi, costumi, mode tipicamente punici. E forse anche per questo il suo sviluppo artistico risulta più articolato e originale rispetto a quello di altre colonie greche della Sicilia orientale, come si può ammirare nelle straordinarie metope che ornavano le fronti dei templi, delle quali rimangono sedici esemplari che costituiscono il maggior vanto del Museo archeologico regionale di Palermo; ovvero, anche, nel cosiddetto Efebo di Selinunte (da poco trasferito al Museo civico di Castelvetrano), bronzo che presenta, accanto ad un’impostazione tutta greca, chiare caratteristiche indigene. Rapidamente la città estese i propri domini, fondando Eraclea Minoa (570 a. C. 約) e impadronendosi di un vasto territorio interno, ricco di grano, sino alle foci del Platani. Le fonti ci parlano di un progressivo atteggiamento filo-cartaginese della classe dirigente, giunto al punto da dare ospitalità a Giscone, figlio del generale punico Amilcare, caduto nella grande battaglia di Imera (480 a. C), che aveva visto i Cartaginesi sconfitti dalle forze greche, e nella quale Selinunte si era dichiarata neutrale. Finché, esploso il conflitto tra Atene e Siracusa – sorto proprio sulla richiesta di aiuto ad Atene da parte di Segesta, in occasione di un’ennesima controversia territoriale con Selinunte -, sconfitta la spedizione ateniese di Nicia, セゲスタ, sentendosi ormai alla mercè di Selinunte, chiamò in aiuto Cartagine. Durò nove
|
|
Va néixer rica, Selinunte, fundada a mitjans del segle setè. C. pels colons de Megara Hiblea, prop de Siracusa, spintisi dominis al cor de l'illa cartaginesa. La més occidental de les colònies gregues de Sicília va estar al ventre de la bèstia, entre al'Eliminació de Segesta i la Mozia feniciopúnica. Però des de fa dos segles era pròspera i poderosa, amb la seva pròpia marca, populós – sembla – de 80.000 persones, en un turó de pedra calcària envoltada per dos rius, la Modione (l'antiga Selinunte) i el cotó, en les ribes va créixer, exuberant, julivert silvestre (que Selinus, només: apareixen a Selinunte), in un terreno fertilissimo – D'acord amb una llegenda, atenuat per la gran Empèdocles, trucada per a l'ocasió – que descendia cap al mar d'Àfrica, al di là del quale la osservava, preocupat, el terrible Cartago. Pur, les relacions entre les dues ciutats es va mantenir la convivència pacífica en gran mesura, basat principalment en el comerç. A part de les freqüents disputes frontereres amb Segesta, més aviat, Selinunte es va a estabilitzar, juntament amb l'original a favor d'ànima grega, utilitza, moralitat, la manera normalment púnica. I potser per això el seu desenvolupament artístic és més complexa i original que la d'altres colònies gregues a Sicília oriental, Com es pot veure en les mètopes extraordinàries que adornaven els fronts dels temples, setze dels quals són mostres que són els més orgullosos del Museu Arqueològic de Palerm; o, també, el Efeb trucada de Selinunte (recentment es va mudar al Museu de Castelvetrano), bronze té, juntament amb fixar el conjunt grec, característiques indígenes clares. Ràpidament, la ciutat va estendre els seus dominis, fondando Eraclea Minoa (570 a. C. sobre) i la confiscació d'un vast territori a l'interior, ricco di grano, a la boca del Platani. Les fonts ens parlen d'una actitud progressista de la classe dominant a favor de Cartago, arribat al punt de donar hospitalitat a Gisco, el fill d'Amílcar, en general púnic, va caure en la gran batalla d'Himera (480 a. C)01:00 que havia vist els cartaginesos derrotats per les forces gregues, i en la qual es declara Selinunte neutre. Fins, va esclatar el conflicte entre Atenes i Siracusa – construït a la dreta sobre la sol · licitud d'ajut de Segesta a Atenes, amb motiu d'una altra disputa territorial amb Selinus -, la derrota de l'expedició atenesa de Nicias, Segesta, sentint ara a mercè de Selinunte, va demanar ajuda a Cartago. Va durar nou dies del setge, al final del q
|