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SULLE TRACCE DI SOPHIA - di Stefano BrambillaA noi la Ciociaria aveva sempre fatto venire in mente Sophia Loren e quella drammatica storia di soldati, di violenze e di lacrime raccontata da Moravia e De Sica. Scenari arcani, estrema fatica del vivere. Stop. Tabula rasa su luoghi, nomi e personaggi locali. I papi, poi. Di un certo Bonifacio VIII non ricordavamo che qualche verso dantesco. E gli Ernici e i Pelasgi? Chi erano costoro? Diciamo che abbiamo imparato varie cose, in Ciociaria. Per esempio che gli scenari sono ancora d’altri tempi, i panorami pietrificati, anche se il contesto economico è notevolmente migliorato dai tempi di Sophia. Le ciocie, ovvero le scarpe a punta dei contadini, non si usano più in quest’angolo di Lazio tra Roma e l’Abruzzo. Ma qualcosa d’antico, di integro, fuori dai soliti flussi turistici, c’è ancora, eccome. Archi e timballiBonifacio, dicevamo. Bonifacio è ovunque, in Ciociaria, anche dove meno te lo aspetti. Per esempio a Fiuggi, di cui sono note l’acqua (da bere) e le acque (termali) ma non il fatto che una delle due fonti, la vecchia, sia dedicata a lui. “L’acqua di Bonifacio VIII”, sta scritto sull’arco liberty che dà l’accesso alle terme. Un imprimatur papale? Un segno di devozione? Nient’affatto, soltanto il ricordo di un uomo che qui guarì dai suoi malanni, quei malefici calcoli renali che fecero soffrire anche Michelangelo, il quale non a caso disse dell’acqua di Fiuggi: «Rompe la pietra» (era il 1549). Entrambi i personaggi, dunque, in tempi diversi, ne beneficiarono. Così come ne beneficiano ancora oggi migliaia di persone che fanno la spola tra la fonte vecchia, alla mattina, e quella nuova, il pomeriggio (l’Anticolana, che poi così nuova non è più), alternando bagni rigeneranti a passeggiate tra i castagni e i pini dei parchi e, perché no, anche un salto sul campo da golf. A Fiuggi si sta bene, si respira aria un po’ rétro, residuo dell’epoca in cui la buona società romana veniva da queste parti. In qualche taverna si può pure assaggiare il timballo di Bonifacio VIII: una teglia di tagliatelle sottili, tipiche della provincia di Frosinone, foderata di fette di prosciutto crudo. Dicono che fosse il piatto preferito dal papa. Il piatto è papale, non c’è che dire. Qualche notizia più veritiera su Benedetto Caetani la si apprende ad Anagni, che vide la nascita del futuro Bonifacio VIII intorno al 1230. Per inciso, gli anagnini possono vantare ben quattro papi (ancora oggi la chiamano “la città dei papi”); e anche i
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