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La mossa di Jobbik sembra non preoccupare Viktor Orbán. Anche perché il partito di estrema destra potrebbe non riuscire a presentarsi alle elezioni a causa di una multa di due milioni di euro comminata dalla Corte dei Conti ungherese per aver ricevuto fondi illeciti durante la scorsa campagna elettorale. Una decisione dietro cui molti vedono lo stesso leader di Fidesz. Veleni che inquinano una campagna elettorale già di basso livello, in cui Orbán non ha nemmeno presentato un programma dettagliato, limitandosi a dire che in caso di vittoria “proseguirà sulla strada tracciata”. Nel novembre scorso ha dichiarato che le prossime elezioni “non sono una questione di partiti” ma “una questione spirituale”. Se cioè “vogliamo essere un paese di immigrati o difendere le nostre radici cristiane, se vogliamo essere vessati dall'Europa o essere liberi di difenderci”. Ecco che la strada tracciata da Orbán rischia di condurre l'Ungheria in un vicolo cieco.
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