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Brazza, cet explorateur qui a donné le Congo à la France, est un inconnu en 1876 lors de sa première mission. De retour de l'Ogooué en 1879, il est accueilli à Lisbonne par le roi du Portugal, reçoit la médaille d'or des sociétés de géographie parisienne et romaine.
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Brazza, the explorer who gave the Congo to France, was unknown in 1876 during his first mission. On his way back from the Ogooué in 1879, he was invited by the king of Portugal, in Lisbon. He was awarded a gold medal from the Geographical Societies of Paris and Rome. The king of Belgium Léopold II, , who understood the danger this man represented to his colonial plans, tried to convince him to work under for government. The explorer knew how to please his audience, right from the beginning of his second mission, the mail sent to his correspondents (family, political or scientific personalities) promoted his publicity. The French and Italian societies distributed the publications. Brazza's style caught people's attention. Many times he would say that what he did was for his country, France and for which he would give his life. "I put my life into play so my words have more intensity", "I will risk my life even sick". This man with a complex personality knew how to impress people. For weeks he kept secret the treaty he had signed with the king of Batéké, the Makoko, which was later to become the birth of the French Congo.This simple treaty signed with this local king became tremendously famous thanks to the press. Brazza became a national hero, an icon, "the peaceful conqueror", "bare foot man", without weapons as opposed to Stanley. "He was given something of national pride" said Jules Ferry.
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Brazzà, questo esploratore che ha consegnato il Congo alla Francia, è pressoché uno sconosciuto nel 1876, data della sua prima missione. Di ritorno dall'Ogooué, nel 1879, viene accolto a Lisbona dal re del Portogallo, e viene insignito della medaglia d'ora delle società geografiche parigina e romana. Il re del Belgio Léopoldo II, conscio del pericolo rappresentato da quell'uomo per la sua politica coloniale, tenta di guadagnarne i servizi. L'esploratore sa rispondere alle attese del pubblico. Sin dalla sua seconda spedizione, le missive trasmesse ai propri corrispondenti (famigliari, responsabili politici o scientifici) sono oggetto, in sede di ricezione, di una divulgazione che egli stesso incoraggia. Egli si garantisce in questo modo una sorta di pubblicità presso le società scientifiche (tanto francesi quanto italiane), così come presso il grande pubblico al quale vengono destinate apposite pubblicazioni sovente redatte dai propri famigliari. Lo stile stesso di Brazzà attira l'attenzione. Innumerevoli sono gli scritti nei quali costui afferma che quanto fa lo fa per la Francia per la quale è pronto a sacrificare la sua stessa vita : "metto in gioco la mia stessa vita onde conferire maggior peso alla mia parola ", "getterò la mia vita nell'incertezza rinunciando alla salute". Quest'uomo dal carattere complesso sa giocare le sue carte. Per intere settimane, tiene segreto il trattato sottoscritto con il re dei Batéké, il Makoko, e che si prefigurerà quale punto di partenza del Congo francese. La ratifica di questo semplice trattato sottoscritto con un piccolo re locale conoscerà uno scalpore senza pari sulla carta stampata. Brazzà diventa così un eroe nazionale, l'immagine del conquistatore pacifico che "marcia a piedi nudi" in opposizione a Stanley. "Gli è stato conferito in una certa misura l'onore nazionale " dirà di lui Ferry. Era nata una leggenda.
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