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Auch Wilhelm Pfaff verwendet die Bezeichnung “Bauernkaffee“, bei der Beschreibung der in Südtirol kultivierten Kaffee-Surrogate: “Es sind dies in erster Linie die blaublütigen Lupinen, Wolf- oder Feigbohnen (Lupinus hirsutus, varius, angustifolius) , welche in höheren Lagen fast in jedem Bauerngarten zu finden sind und deren bittere Samen von den Bäuerinnen zur Kaffeebereitung verwendet werden, weshalb die Lupinen hier auch direkt “Bauernkaffee“ heißen.
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Anche Wilhelm Pfaff utilizza la denominazione di “caffè del contadino“ quando descrive i lupini coltivati in Alto Adige come piante succedanee del caffè: “Si tratta principalmente di lupini dai fiori blu ovvero il lupino irsuto, multifloro e selvatico (Lupinus hirsutus, varius, angustifolius)13 , che ad una certa altitudine si trovano in quasi ogni orto contadino. I semi amari di questi lupini vengono utilizzati dai contadini per preparare il caffè. Ecco perché qui I lupini vengono chiamati direttamente “caffè del contadino“. “È un po’ amaro ma zuccherato non è male“, mi disse una volta la contadina Köhlen a La Costa, quando la incontrai mentre stava rimuovendo i semi di lupino dai baccelli e le chiesi, che gusto aveva il caffè di lupini. “In Val Pusteria”, racconta, “si coltivava anche il lupino a fiori bianchi (Lupinus albus) per ricavarne del caffè.“
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