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The concerts of the Ensemble Modern, Accroche Note and the Ensemble U:, which comes to Italy for the first time, will respectively feature pages from the musical literature of Germany – Enno Poppe, Jörg Widmann, Arnulf Hermman, France - François-Bernard Mâche, Philippe Schoeller, Yann Robin – and the less-familiar East European area, and particularly Estonia - Helena Tulve, Tatjana Kozlova-Johannes, Märt-Matis Lill, Jüri Reinvere.
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Musica da camera, grandi ensemble, jam session, live-set, video e film in concerto, secondo una visione del contemporaneo che in nome della ricerca abbraccia elettronica, jazz, folk, colto e popolare insieme: è la musica nelle tante declinazioni possibili, uno spettro sonoro ampio nello spazio e nel tempo che il Festival Internazionale di Musica Contemporanea, diretto da Ivan Fedele e giunto alla sua sessantesima edizione, propone dal 7 al 16 ottobre. I 26 appuntamenti del Festival riservano 46 prime assolute, 27 novità per l'Italia e 25 commissioni, fra cui spiccano quelle a Kaja Saarihao, Pascal Dusapin, Salvatore Sciarrino, quest'ultimo premiato con il Leone d'oro alla carriera.Per la prima volta vengono commissionati anche live-set: il veneziano Giacomo Mazzucato, alias Yakamoto Kotzuga, e il duo M+A, ovvero Michele Ducci e Alessandro Degli Angioli, esponenti della scena elettronica più recente e internazionalmente noti. Nel panorama della musica digitale si colloca anche il concerto in prima italiana del giapponese Ryo Murakami, appartenente all'ala più radicale e innovativa, che verrà premiato con il Leone d'argento per le nuove realtà musicali. È, infine, l'ensemble KL4NG, l'ala più avventurosa e spregiudicata dell'Accroche Note, a reinterpretare la musica d'avanguardia con l'ausilio di un live-set, creando una tessitura tra voce, strumenti e nuove tecnologie. Fitta la presenza degli italiani, rappresentata da artisti di diverse generazioni: da Giacomo Manzoni, Azio Corghi e Sylvano Bussotti, a Claudio Ambrosini, Luca Mosca, Michele dall'Ongaro, Stefano Gervasoni, fino a Mauro Lanza, Vittorio Montalti, Gabriele Cosmi, per citarne solo alcuni. Il 'made in Italy' trova interpreti dedicati in ensemble dinamici come Sentieri Selvaggi e Fontanamix, e ancora nell'Orchestra di Padova e del Veneto. Ampia la panoramica sulla musica americana, soprattutto quella degli ultimi anni, con autori inclini a intersecare le altre arti, dal cinema alla danza, e aperti alle influenze di tutti i generi: si va dal post minimalismo di David Lang, Julia Wolfe, Jóhann Jóhannsson, alla scena 'indie classical' di Tyondai Braxton, Nico Muhly, Judd Greenstein e molti altri, tutti accomunati da una sensibilità 'post-genre', che ha fatto parlare di una nuova scuola newyorchese. Alfieri della scena americana sono i sofisticati Bang On A Can All-Stars, ensemble classico ma anche rock e jazz band, e uno dei nostri maggiori pianisti, attivissimo anche negli Stati Uniti, Emanuele Arc
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